Professore | Studente

3. Flussi migratori verso l’Italia

Da dove vengono i migranti Clicca sull'immagine per ingrandire
Fonte: “LIMES. Rivista italiana di geopolitica”, n. 2, 2009, pag. 17.

Presentazione

L’Italia, dopo essere stata per due secoli un paese di forte emigrazione, è diventata un paese di immigrazione. All’inizio del 2010 le statistiche ufficiali di ISTAT e CARITAS/MIGRANTES quantificano in quasi 5milioni gli stranieri regolari, che costituiscono l’8% circa della popolazione totale e fanno dell’Italia, in proporzione, il paese al mondo che attrae più migranti, in un flusso continuo che proviene da varie aree di origine.

La comunità rumena è la più numerosa, seguono quella albanese e marocchina, a conferma dell’origine europea e mediterranea dei flussi principali che arrivano sia via terra che via mare, sfruttando alcuni paesi di contatto.

L’immigrazione comporta aspetti positivi soprattutto in alcuni settori produttivi, ma suscita anche timori relativi alla sicurezza personale e all’occupazione; si mantengono alti gli atteggiamenti di xenofobia soprattutto nei confronti di marocchini, albanesi e rumeni, anche se la loro rilevanza nelle statistiche criminali è in calo.

Domande

  1. Chi raccoglie dati ufficiali sui fenomeni migratori italiani?
  2. Come è cambiata la situazione italiana degli ultimi decenni nel rapporto emigrazione-immigrazione?
  3. Quali sono le comunità straniere più numerose?
  4. Da quali aree arrivano i flussi principali e che ‘porte’ di ingresso utilizzano?
  5. Che rapporto si può istituire fra le comunità straniere più numerose e la percezione più ‘diffidente’ degli italiani?

Cercare risposte alle domande nella visualizzazione "profesore".


Descrizione e Analisi

L’ISTAT (Istituto nazionale italiano di statistica) è il principale produttore italiano di statistiche ufficiali, realizzate attraverso censimenti e indagini. La CARITAS è l’organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana; sul tema dell’immigrazione fornisce un dettagliato contributo l’annuale col Dossier CARITAS/MIGRANTES (nato a seguito della prima Conferenza Nazionale dell’immigrazione nel 1990) che – attraverso una vasta rete di operatori pastorali - porta allo scoperto anche le realtà ‘sommerse’ nei dati ufficiali.

La robusta immigrazione straniera, che si è innestata in Italia nella seconda metà del ‘900 dopo un secolo di fortissima emigrazione all’estero, ha prodotto forti cambiamenti.

L’Italia, dopo essere stata per due secoli un paese di espulsione di manodopera, è diventata un paese di attrazione. All’inizio del 2010 l’ISTAT ha registrato 4milioni e 235mila residenti stranieri; i dati della CARITAS, che includono le persone regolarmente soggiornanti ma non ancora iscritte all’anagrafe, quantifica in 4milioni e 919mila gli stranieri regolari (vale a dire 1 immigrato ogni 12 residenti), con un aumento di circa 3milioni nell’ultimo decennio. Su quasi 60milioni di abitanti, si tratta dell’8% circa della popolazione, un dato elevato, che fa dell’Italia il paese al mondo che, in proporzione, attrae più migranti.

Nell’insieme 5 collettività coprono più della metà della presenza immigrata: la comunità rumena è la più numerosa, seguono quella albanese e marocchina, a conferma dell’origine europea e mediterranea dei flussi principali che arrivano sia via terra che via mare (vedi sulla carta le “porte d’Italia”), puntando su alcuni paesi (ex Jugoslavia, Turchia, Libia) che predispongono il traffico organizzato. Sul totale influiscono in misura assolutamente minima gli sbarchi di clandestini, pari a meno dell’1% delle presenze regolari; tuttavia si rende necessario un efficace controllo dei ‘confini’ (marittimi, aerei, terrestri), evitando che essi diventino l’attracco per trafficanti di manodopera criminale, e salvaguardando viceversa il rispetto d’asilo e di protezione umanitaria di cui necessitano persone in fuga da condizioni disperate (cfr. Content 1). Nell’ultimo decennio la Spagna e l’Italia sono stati i paesi più interessati da questi fenomeni e, in generale, proprio gli stati mediterranei sono entrati a far parte dei grandi paesi di immigrazione.

L’immigrazione comporta aspetti positivi nel mercato del lavoro (dove gli stranieri coprono ruoli evitati dai locali e hanno percentuali elevatissime di lavoratori non qualificati) e nell’assistenza, ma suscita anche molti timori relativi alla sicurezza personale e all’occupazione in un momento di crisi globale. Questi fattori fanno crescere atteggiamenti di xenofobia soprattutto nei confronti di romeni e albanesi (vale a dire le due comunità numericamente più forti), generando paure e rifiuti che persistono anche se la loro rilevanza nelle statistiche criminali è in calo. La quantità degli stranieri, unita alla continuità degli arrivi, produce paure spesso immotivate.

Links