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4. Quanti sono e dove vivono gli immigrati? Carte di analisi regionale

Presentazione

I dati dell’immigrazione in Italia rappresentano uno dei segni più forti e visibili dei profondi cambiamenti in atto in tutto il mondo a seguito dell’intensificarsi dei flussi migratori. La nostra esperienza quotidiana ce ne rende testimoni, le raccolte statistiche quantificano in cifre, i cartogrammi visualizzano in modo sintetico e immediato il fenomeno.

I cittadini stranieri residenti in Italia erano circa 2milioni e 600mila nel 2005 e sono risultati oltre 3milioni e 900mila nel 2008, anno in cui l’Italia per la prima volta si è collocata al di sopra della media europea per incidenza di stranieri residenti sul totale della popolazione.

Come sono distribuiti per quantità e per etnia? Le carte qui messe in successione, elaborate a partire dai dati ufficiali ISTAT, mostrano le differenze regionali per numero complessivo (con in testa la Lombardia) per collettività presenti (molto variegate, ma con saldamente in testa i romeni, raddoppiati in due anni) e per incidenza percentuale (bassissima al sud, ma oltre l’8,5% in Emilia e Umbria)

Domande

  1. Cosa sono i cartogrammi e che efficacia hanno nella rappresentazione dei fenomeni migratori?
  2. Quali regioni hanno le maggiori presenze di immigrati stranieri in termini assoluti?
  3. Da dove proviene la maggioranza degli stranieri oggi immigrati in Italia?
  4. Cos’è la ‘catena migratoria’?
  5. Il rapporto percentuale fra immigrati stranieri e residenti è uguale in tutte le regioni italiane?

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Descrizione e Analisi

La raccolta di dati presenta vari problemi visto che il fenomeno è talvolta ‘invisibile’ alle raccolte ufficiali (per le presenze illegali) e visto che l’ISTAT non include i regolari non ancora registrati in anagrafe (per i quali servono tempi piuttosto lunghi). Seppur differenti sulle cifre precise, però, le diverse fonti evidenziano linee di tendenza univoche. Usiamo qui i dati dell’ISTAT, elaborati prima in tabelle, poi in carte tematiche e grafici. I cartogrammi permettono di visualizzare con immediatezza i rapporti fra territorio e valori del fenomeno, rendendo più chiara la comprensione di una grande quantità di cifre altrimenti difficili da organizzare.

Il primo gruppo di carte informa sul numero totale di stranieri ripartiti per regioni: si tratta di carte a mosaico che hanno come sfondo una rappresentazione dell’Italia su cui sono segnate le divisioni regionali; ogni area è colorata in base alla quantità di immigrati insediati, con l’intensità di tono che aumenta con l’aumentare del fenomeno. Le presenze massime si riscontrano in 4 regioni del nord (Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia) più il Lazio. A livello territoriale il meridione è fortemente distanziato rispetto al settentrione.

Pur essendo presenti in Italia svariate comunità, continua a prevalere la presenza di origine europea: oltre la metà degli immigrati proviene infatti da paesi comunitari, seguono poi gli africani (22%), mentre più ridotte sono le quote di asiatici e americani. Si sta anche attenuando il cosiddetto “manto di Arlecchino” che per decenni ha rappresentato la caratteristica prevalente dell’immigrazione italiana, con arrivi da tutte le parte del mondo (nel 2001 erano state censite 150 lingue presenti). Le prime 5 collettività (romeni, albanesi, marocchini e ucraini) superano da sole la metà dell’intera presenza straniera, come mostra il secondo gruppo di carte con l’aiuto di diagrammi circolari, comunemente chiamati anche grafici a torta. Si notano diversità da zona a zona, ma se quasi ovunque è proprio la comunità romena ad essere forte e spalmata su tutto il territorio, come pure sono sparsi in maniera piuttosto omogenea i cinesi, invece alcune regioni rappresentano aree privilegiate per l’inserimento di collettività specifiche, come succede per gli albanesi in Puglia o per gli ucraini in Campania. Il concetto di ‘catena migratoria’ serve a spiegare i meccanismi di richiamo che attraggono nuovi soggetti verso le destinazioni in cui altri della loro comunità sono già insediati.

Il terzo gruppo di cartogrammi rapporta i dati assoluti degli immigrati a quelli dei residenti nelle singole regioni per valutarne l’incidenza percentuale. Ecco allora che Emilia e Umbria sono le regioni che hanno il più alto rapporto fra stranieri e italiani, superando l’8,5%, mentre in quasi tutte le regioni del sud e nelle isole si supera con difficoltà il 2%. Se consideriamo che l’età media degli stranieri è di 31 anni contro i 43 anni degli italiani e che il nostro paese ha un elevato ritmo di invecchiamento (gli ultrasessantacinquenni in Italia superano già i minori di 15 anni), vediamo che gli immigrati sono un parziale fattore di riequilibrio demografico soprattutto al nord dove mostrano le presenze più forti e dove il tasso di fecondità delle donne italiane è più basso. Da questi temi si può partire per la costruzione di nuove unità di lavoro didattico sui temi demografici (saldo migratorio, incremento demografico, piramidi di età ...)

Links

  • http://demo.istat.it = Geodemo ISTAT – Demografia in cifre (banca dati dell’ISTAT con raccolte di dati grezzi ed elaborazioni)
  • http://www.comuni-italiani.it/index.html = home page del sito Comuni Italiani che contiene una banca dati su tutti i comuni italiani (divisi per regione e provincia) utilizzabile per realizzare ricerche e comparazioni di ambito locale
  • http://www.daass.univr.it/?ent=catdoc&bi=80&id=2996&tipobc=4 = quaderno didattico in formato elettronico sui problemi migratori realizzato con software libero Didapages nell’ambito delle iniziative del Laboratorio di ricerca e didattica della Geostoria dell’Università di Verona (autori prof.ssa Silvana Bianchi per i testi, geom. Matteo Bartoletti per le carte)