Professore | Studente

3. Fattori di attrazione e inganni: i manifesti propagandistici delle compagnie di navigazione

Fonte: I due manifesti sono stati scelti fra quelli riprodotti sul sito http://www.odissee.it/adescamento.spm.

Presentazione

Le condizioni di miseria e la volontà di riscatto negli emigranti si associavano alla speranza di facili guadagni in terre lontane, presentate come veri e propri paradisi. Questa speranza era incoraggiata dall’attività speculativa di compagnie di navigazione e di agenti di immigrazione che reclutavano con l’inganno i delusi e disperati. Il materiale pubblicitario delle compagnie di navigazione prometteva partenze puntuali, traversate sicure e confortevoli, destinazioni da sogno. Spesso i bastimenti risultavano poi nella realtà molto diversi da come erano stati proposti dai manifesti pubblicitari: non puliti e tranquilli, ma sovraffollati, sporchi e pericolosi. Questo era solo il primo di una serie di inganni e delusioni provocati da agenti senza scrupoli nell’epoca in cui l’emigrazione stava diventando un business.

Domande

  1. Cosa rappresentano i due manifesti?
  2. A chi sono rivolti?
  3. Contengono più parti scritte o più immagini? Perché?

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Descrizione e Analisi

Il materiale pubblicitario delle compagnie di navigazione era una vera e propria macchina delle illusioni, come evidenziano le due fonti. Il primo manifesto è della “Navigazione Italiana a vapore – La Veloce” (che già nella titolazione è tutto un programma): mostra un’elegante nave bianca sul mare calmo, pronta a imbarcare con ordine e disciplina persone composte. Stessa serenità, con l’aggiunta di un sovrappiù di dettaglio e di lusso nel secondo, che mostra in sezione l’interno del piroscafo “Duilio” con saloni per il pranzo, sale da concerto, e camere raffinate per prima e seconda classe; la terza classe sta in fondo, con centinaia di cuccette appena sopra il pelo dell’acqua, piccole ma decorose.

Molti venivano attratti e imbrogliati da manifesti come questi. Serve ricordare che l’Italia degli ultimi decenni dell’Ottocento era un paese oppresso dall’analfabetismo (nel 1881 il 67% della popolazione non sapeva né leggere né scrivere), con adulti e ragazzi del tutto privi di conoscenze geografiche (che potevano essere facilmente imbrogliati su tempi, distanze, caratteristiche dei luoghi di destinazione) e desiderosi di credere alla possibilità di una vita migliore, dato lo stato di miseria in cui spesso vivevano.

Risultava dunque facile ‘vendere’ la proposta ai tanti disgraziati, per questo erano diffusissimi manifesti colorati e libretti invitanti che descrivevano viaggi e paesi d’arrivo nei modi più appetibili; per questo gli agenti delle diverse compagnie (di navigazione, ferroviarie, di proprietari di miniere o di ferriere o di piantagioni), sfruttando il malcontento, offrivano i biglietti d’imbarco e invitavano a vendere tutto per procurarsi il denaro per il viaggio. I dati raccolti al momento del varo della legge sull’emigrazione del 1901 indicano in più di 10mila persone questi arruolatori ufficiali, ai quali sono poi da aggiungere i clandestini.

Quando l’emigrazione divenne un business, dato il volume di persone e denaro che muoveva, il trasporto degli emigranti diventò un affare al punto che molti armatori trasformavano in fretta le navi da carico in navi passeggeri e le stipavano fino all’inverosimile, con conseguenze igieniche e sanitarie terribili. La storia dell’ emigrazione per mare è costellata di un numero impressionante di morti in viaggio.

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